Al momento stai visualizzando Bonus internet: per il Movimento Difesa del Cittadino si rischia “il pacco” a migliaia di famiglie. Infratel e Ministero dello Sviluppo Economico vigilino sulla qualità di Tablet e PC offerti dagli operatori

«Il Bonus Internet ad “assetto variabile” non ci convince, come la pessima qualità di PC proposti a famiglie senza banda larga  da parte di operatori interessati forse ad intascare la differenza tra contributo di 500 euro e prezzo all’ingrosso dei device commissionati» in queste parole del Presidente del Movimento Difesa del Cittadino Francesco Luongo tutte le perplessità dell’ Associazione di consumatori su quanto sta accadendo a pochi giorni dal lancio delle prime offerte.

MDC valuta positivamente l’impegno per garantire ai cittadini l’accesso ad internet divenuto essenziale nell’emergenza COVID-19, soprattutto per lo smartworking e la didattica a distanza, e già a Marzo aveva chiesto al Governo interventi concreti contro il digital divide.

Il voucher di 500 euro previsto dal Comitato Banda Ultralarga è destinato ai consumatori con reddito Isee inferiore a 20mila euro e dovrebbe coinvolgere circa 480mila famiglie fino al primo ottobre 2021, per poi estendersi entro il 2021 anche a fasce di reddito più alte (fino a 50mila euro) ed alle imprese (bonus da 300 a 2.500 euro).

In Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Toscana, la misura sarà applicabile solo ad utenze localizzate in alcuni Comuni considerati più svantaggiati.

Il problema per MDC è che l’agevolazione è fruibile solo se all’abbonamento a Internet sia associato l’acquisto di un tablet o di un pc scelto dagli operatori stessi che stanno lanciando varie offerte di sconto sui servizi di connettività (tra i 200 e 400 euro), mentre quello sui device può essere compreso tra 100 e 300 euro.

Per l’Associazione impedire ai consumatori di scegliere liberamente il proprio PC o tablet è in contrasto con le norme sulla concorrenza, come già denunciato insieme alla Free Modem Alliance e segnalato dall’Antitrust, ma anche con il Regolamento UE 2120/15 sui diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica e si rischia di fare letteralmente “il pacco” a tante famiglie bisognose, che si ritroveranno apparati di pessima qualità.

Il Movimento ritiene necessario modificare le impostazioni del bonus nella prossima Fase 2, ma è urgente che Infratel e il Ministero dello Sviluppo Economico vigilino per impedire speculazioni sulla pelle dei consumatori che si vedono proporre PC fatti costruire appositamente in Cina e del tutto inadeguati ad uno studente, immaginiamo ad un lavoratore costretto a casa.