Al momento stai visualizzando Codacons, Movimento Difesa Del Cittadino e Cittadinanzattiva denunciano McDonald’s per condotte anti concorrenziali in Italia

Le tre principali associazioni dei consumatori italiane hanno presentato oggi una denuncia all’Autorità Garante della Concorrenza, in relazione alle pratiche anticoncorrenziali di McDonald’s nei confronti dei propri franchisee e alla fissazione dei prezzi a discapito dei consumatori italiani

McDonald’s abuserebbe della propria posizione di schiacciante supremazia sul mercato del fast-food americano in Italia. È questa l’accusa formale presentata oggi da Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Cittadinanzattiva in una denuncia all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in cui si contesta la violazione di diverse disposizioni di legge da parte della multinazionale, tra cui gli articoli 2 e 3 della legge 287/1990 e gli articoli 101 e 102 TFUE. In particolare, la denuncia argomenta che McDonald’s limiti illegittimamente la libertà imprenditoriale dei propri affiliati, imponendo loro termini commerciali sleali per effetto dei quali i contratti di franchising vengono collegati a contratti di locazione per l’utilizzo degli immobili di proprietà di McDonald’s, a prezzi esorbitanti. La denuncia si focalizza sugli sforzi sistematici di McDonald’s nel controllare i prezzi di rivendita dei propri affiliati per mezzo di un sistema di fissazione dei prezzi che porta i consumatori italiani a dover pagare prezzi più elevati.
McDonald’s, oltre ad essere il più grande franchisor al mondo, predomina sul mercato immobiliare controllando la maggior parte delle proprietà su cui sorgono i suoi 36.000 punti vendita, presenti in 120 paesi. Oltre l’80% degli outlet della società sono gestiti da 5.000 affiliati individuali, contrattualmente obbligati a servirsi dei beni immobili di McDonald’s verso il pagamento di affitti elevati richiesti dalla stessa società. A ciò va aggiunto il pagamento delle royalties alla stessa società multinazionale. Anche in Italia McDonald’s è il player dominante del mercato dei fast food americano, con oltre 550 ristoranti, di cui l’80% viene gestito da affiliati.
Gli elementi della denuncia dimostrano che per i franchisee la conclusione di un contratto di locazione con McDonald’s è una condizione preliminare non negoziabile e sine qua non per la conclusione di un accordo di franchising con la catena di fast food. E questi contratti di locazione contengono regolarmente termini anticoncorrenziali che limitano la possibilità dei franchisee di passare ad un’altra catena, impongono loro affitti a prezzi ben al di sopra della media del mercato immobiliare. Tali condizioni comportano inoltre un rischio operativo più elevato per gli affiliati McDonald’s rispetto ai concorrenti, anche in termini di mancato recupero degli investimenti.
Per di più, la denuncia fornisce la prova scritta che McCoop Italia – consorzio che aggrega McDonald’s e tutti i suoi affiliati in Italia – fissi deliberatamente i prezzi di rivendita dei prodotti McDonald’s da applicare in tutti gli store italiani, impedendo in questo modo la concorrenza sui prezzi. Per i consumatori, tale strategia si traduce in prezzi più alti dell’8% presso i negozi in franchising rispetto agli altri store della società.
Qualora McDonald’s venisse riconosciuto colpevole di attività anticoncorrenziali da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza italiana, il colosso potrebbe essere esposto ad una sanzione pecuniaria fino a centinaia di milioni di euro. Sembrerebbe che condotte simili siano state osservate anche in Germania e Francia, e ciò potrebbe comportare denunce anche alle autorità competenti di questi due Paesi.
L’azione di oggi in Italia segue una denuncia già presentata dal Codacons, Movimento Difesa Del Cittadino e Cittadinanzattiva nel settembre 2015 alle autorità fiscali italiane, in relazione al trasferimento delle royalties dagli affiliati italiani di McDonald’s in Lussemburgo. Uno schema simile utilizzato da McDonald’s in Europa è attualmente sotto inchiesta formale da parte della Commissione Europea a Bruxelles.
Riguardo alla denuncia di oggi, Gianluca di Ascenzo, presidente del Codacons, ha dichiarato: “Mentre le pratiche di elusione fiscale di McDonald’s sono ben note, è ora diventato chiaro che il colosso del fast food fissi i prezzi di rivendita dei franchisee italiani e abusi della propria posizione di supremazia sul mercato per ottenere il massimo profitto possibile dai suoi affiliati. Questi comportamenti devono finire ed esortiamo l’Autorità Garante della Concorrenza affinché ci aiuti a raggiungere questo obiettivo”.
Francesco Luongo, presidente di Movimento Difesa del Cittadino, ha dichiarato: “Come player dominante sul mercato del fast food americano in Italia, McDonald’s ha la responsabilità di sostenere la concorrenza e di tutelare gli interessi dei consumatori. Eppure i dati dimostrano che la società ha messo in piedi un sistema che va nella direzione opposta. Questo è il motivo per cui chiediamo all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato di intervenire e fare ciò che è necessario per proteggere gli affiliati e i consumatori di McDonald’s”.
Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, ha dichiarato: “Ovunque si guardi, appare chiaro come McDonald’s stia applicando lo stesso modello di privatizzazione del valore e di condivisione dei danni con i consumatori, i contribuenti e i lavoratori, costretti poi a pagarne le conseguenze. È in ogni caso incoraggiante il crescente impegno da parte dei cittadini e delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo, per assicurarsi che McDonald’s risponda e paghi la sua parte dei confronti della società. La denuncia all’Antitrust è un altro contributo di questo impegno a livello globale”.