Al momento stai visualizzando Intervista all’On. Patrizia Prestipino

MDC, con la campagna “Amici per la vita” sul diritto degli animali ad esistere e a non essere considerati al pari di semplici oggetti, ma come esseri senzienti e meritevoli di ampia tutela, anche e soprattutto in tema di cura e salute, sostenendo l’impegno manifestato con forza e coraggio, in questi anni, dall’On. Patrizia Prestipino, ha ottenuto oggi un nuovo importante risultato. La proposta di legge – presentata proprio dall’Onorevole (che chiedeva una riduzione del prezzo dei farmaci; la libertà di scelta, per i veterinari, di quali prodotti prescrivere e la possibilità di liberalizzare la vendita dei farmaci veterinari a parità di molecola) -, ha infatti, pochi giorni orsono, ottenuto parere favorevole dal Ministero della Salute ed è stata approvata in commissione bilancio. In attesa che il Ministero della Salute definisca quindi i casi in cui il medico veterinario possa prescrivere farmaci umani bio-equivalenti, e che vengano rese effettive le modifiche agli articoli del Codice Civile connessi a tali principi, non si può non considerare, tale approvazione, come un primo fondamentale passo verso una reale ed effettiva tutela degli animali e della solo salute.
La proposta avanzata dall’On. Prestipino, mirava, nello specifico, a tutelare, in primo luogo, il benessere e la salute dei nostri amici animali, ma anche a garantire un aiuto ed uno sgravio di costi per tutte quelle famiglie che sono state costrette a sostenere onerose spese per l’acquisto di farmaci e per le ordinarie-straordinarie cure veterinarie.
Tanto più in un periodo delicato quale quello attuale in cui, nonostante l’isolamento cagionato dalla pandemia, moltissime persone hanno acquistato o adottato un animale e si sono trovate, ingiustamente, ad affrontare con sempre maggiore difficoltà, anche costose spese per la cura ed il benessere proprio di quegli animali che hanno contribuito ad alleviare la solitudine e la sofferenza di tante persone rimaste sole nell’emergenza.
Animali che – come spera anche l’On. Prestipino – non devono perciò più essere trattati al pari di beni mobili (come ancora nel 2018 ha statuito la Cassazione in una sentenza), come  oggetti privi di diritti e tutele – e dunque sottoposti alle prescrizioni del Codice del consumo – ma che è giusto vengano, finalmente e a tutti gli effetti, riconosciuti esseri senzienti, titolari di un diritto proprio alla tutela giuridica e dunque pienamente garantiti dalle norme del Codice Civile  – anche in merito a tematiche attinenti alle malattie o alla salute e alle possibili controversie che in tal senso potrebbero insorgere-.
Chi può infatti dubitare che gli animali provino sensazioni, gioie dolori e persino stress, al pari degli esseri umani (di cui sono spesso compagni inseparabili di vita) e che contribuiscano, in maniera apprezzabile, a ridurne sofferenza, solitudine, tanto da avere ruoli centrali ed imprescindibili nel percorso di cura e di sostegno piscologico di gravi patologie?
Ecco perché costituisce una grande vittoria oggi, quella che non considera più il possesso di un animale come “un lusso”, (prima sanzionato con aliquota del  22% su prestazioni, alimenti e farmaci veterinari, anziché con quella più equa e ragionevole del 10% ) e che decurta costi di farmaci veterinari talvolta bel 80 volte maggiori di quelli con identico principio attivo degli umani: circostanza questa che ha impedito, fino ad oggi, a moltissime persone di poter far fronte alle cure (troppo onerose) delle malattie dei propri compagni di vita.
E’ dunque lodevole l’impegno dell’Onorevole Prestipino che, nonostante la chiusura talvolta manifestata in questi anni dalla politica su tali tematiche, è riuscita, con determinazione e coraggio, a continuare a combattere per la tutela degli animali e per il sostegno a quelle famiglie che li rendono parte integrante della propria vita (cui non si possono far ricadere costi ingiustificati, insostenibili e ingestibili), raggiungendo un così importante e agognato traguardo con l’approvazione della propria proposta di legge.
Dunque Onorevole, può dirci come è nato il suo impegno a difesa degli animali e come, in questi anni, si è spesa e si è prodigata per garantire a questi “esseri senzienti” tutela e diritti?
Il mio impegno a difesa degli animali è frutto del mio amore incondizionato verso di loro. Gli animali ad oggi vengono equiparati ad oggetti, per questo tra gli impegni che ho assunto in veste di deputata rientra quello di conferire loro il riconoscimento di esseri senzienti, già previsto a livello europeo nel 2007. Infatti, ho presentato un’apposita pdl condivisa da forze politiche trasversali perché su questi temi non ci sono divisioni politiche che tengano.
Cosa stabiliscono le norme in tema di uso e prescrizione dei medicinali ad uso veterinario?
Premetto innanzitutto che i farmaci veterinari sono molto più costosi dei farmaci ad uso umano anche a parità di principio attivo e che non sono rimborsabili. Mi sembra quindi evidente che il problema del prezzo di tali medicinali non sia da sottovalutare, soprattutto in un periodo di crisi economico-sociale come questo dove gli animali rappresentano anche un notevole sostegno morale. Non a caso durante il lockdown c’è stato un vero e proprio boom di adozioni. 
Il decreto legislativo n. 193/2006 che disciplina la materia recepisce quanto stabilito nella Direttiva europea n. 2001/82/CE oggi in via di revisione.
La normativa del 2006 consente solo in deroga l’utilizzo di farmaci ad uso umano per la cura degli animali da compagnia. Mi spiego: per prescrivere un medicinale autorizzato per l’uso umano bisogna rispettare il “principio della cascata” dove appunto tale possibilità è prevista come ultima opzione e in casi assolutamente eccezionali. 
Ecco, questo era – e sottolineo era – il quadro fino a sabato scorso quando l’emendamento che ho proposto è stato approvato ampliando la discrezionalità del medico veterinario.
Quale è stato il suo progetto concreto e in cosa si è sostanziata la sua proposta di legge, ovvero quali sono le modifiche al Codice Civile che, a suo modo di vedere, è necessario introdurre e attuare?
La proposta di legge che ho presentato mira a colmare un vuoto legislativo nonché a recepire quanto previsto nel TFUE che riconosce gli animali come esseri senzienti. Tale riconoscimento conferisce a questi ultimi maggiori tutele tra le quali “il diritto alla vita, alla salute e a condurre un’esistenza dignitosa e compatibile con le loro caratteristiche etologiche”. 
Si prevedono poi una serie di misure tra cui l’affidamento nel caso di separazione dei coniugi e di morte del proprietario o del detentore, l’obbligo di segnalazione di animali abbandonati e norme che regolamentano la vendita degli stessi. Insomma, gli animali devono essere considerati membri della famiglia e se tutti noi questo lo diamo per scontato, sappiate che legislativamente non lo è.
Come i nostri amici animali possono realmente e concretamente essere aiutati e quali “innovazioni” bisognerebbe introdurre anche nel sentire comune affinché sempre più vengano percepiti e considerati non più alla stregua di oggetti?
Certamente abbattimento dell’Iva, le detrazioni Irpef, gli incentivi economici a sostegno di famiglie bisognose e volti a facilitare l’adozione di animali domestici potrebbero essere il passo successivo.
Ultimo ma non meno importante, avviare un progetto educativo in tutte le realtà scolastiche che stimoli un nuovo sentire comune. Solo così avremo generazioni future rispettose degli animali.
Perché la politica è stata così restia, in questi anni, ad accettare questi cambiamenti e per quale ragione lei crede ci sia tanta resistenza? 
Negli ultimi anni la classe politica si sta avvicinando al mondo degli animali ma non in modo ancora sufficiente. Ultimamente sto ricevendo sostegno da altri parlamentari e vedo più attenzione su questi argomenti. Non serve un partito animalista o gesti eclatanti quanto un lavoro continuo e condiviso a livello trasversale. 
Quali sono i veri interessi in gioco che impediscono di vedere gli animali come esseri e non come beni mobili, meri oggetti privi di tutele? 
Ad oggi gli animali d’affezione sono visti come un bene di lusso, basti pensare ai relativi beni e servizi tassati con un’Iva al 22%. Per non parlare delle detrazioni nella dichiarazione dei redditi che sono pressoché insignificanti.
Nessun incentivo è previsto che chi adotta cani e gatti quando il loro mantenimento nei rifugi costa in media circa 1.300 euro l’anno per ognuno.
Serve una vera e propria rivoluzione sociale e culturale perché gli interessi economici non devono prevalere. Qualche esempio? Gli animali da circo o nei parchi acquatici, gli allevamenti intensivi.
Come pensa di proseguire nel suo impegno, ora che la Camera ha approvato il suo emendamento? 
Dopo la riformulazione dell’emendamento ho ricevuto parere favorevole dal Ministero della Salute e, con enorme soddisfazione, posso dire che sabato 19 dicembre è stato approvato in commissione bilancio. Adesso spetta al Ministero della Salute definire i casi in cui il medico veterinario può prescrivere farmaci umani bioequivalenti. 
Tutto ciò avrà un grande impatto sulle famiglie che non dovranno più sostenere oneri eccessivi per curare i propri animali, sugli animali stessi e sulle casse dello stato. Pensiamo anche a quante persone hanno rinunciato ad adottare un animale perché spaventate dal costo delle cure veterinarie. Ecco, ora anche un pensionato potrà regalarsi un animale da compagnia che a sua volta riceverà l’affetto che merita.
Pensa che l’opinione pubblica l’aiuterà a realizzare questi obiettivi di civiltà e umanità, oltre che di equità economica e sociale e che il sostegno di tanti amanti e possessori di animali riuscirà a scardinare questo incomprensibile ostruzionismo manifestato dalla politica in questi anni? 
Le associazioni animaliste svolgono da anni un ruolo molto importante per la sensibilizzazione e la promozione del benessere degli animali. Da anni collaboro con alcune di loro e mi offrono spesso spunti di riflessione su cui poi posso concentrare la mia attività parlamentare. 
Sicuramente servono altre campagne di sensibilizzazione per combattere l’abbandono degli animali in primis, e su questo l’opinione pubblica può essere determinante.
Io stessa, in questi anni, ho ricevuto anche sui social il sostegno di molti cittadini che sono stati la mia forza per continuare queste battaglie. Quindi, quello che bisogna continuare a fare è parlare e informare così che anche chi non conosce il mondo animale sia sempre più coinvolto.