Qualche settimana fa IBFAN Italia, assieme a BabyConsumers e Movimento Difesa del Cittadino, aveva lanciato una protesta per la collaborazione del celebre ospedale pediatrico Meyer di Firenze alla realizzazione del latte di crescita Mukki Bimbo. Molti consumatori avevano aderito alla nostra protesta, scrivendo alla direzione dell’ospedale.
L’ospedale ha inviato un’e-mail di risposta a tutti nella quale si difende dicendo che il ruolo svolto dall’Ospedale Meyer in merito al latte “Mukki bimbo” non ha avuto alcuna caratteristica promozionale, sostenendo poi di fatto l’utilità dei latti crescita.
Noi non siamo d’accordo: ecco la nostra risposta!
Replica alla risposta dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’Ospedale Pediatrico Meyer
Chi nelle settimane passate ha scritto un’e-mail all’Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, seguendo l’appello diffuso da IBFAN Italia, Baby Consumer e del Movimento Difesa del Cittadino, ha ricevuto una cortese risposta, che vogliamo commentare punto per punto (in corsivo la risposta dell’Ospedale, di seguito i nostri commenti):
Rispondiamo alla Sua richiesta di chiarimenti informandola che il ruolo svolto dall’Ospedale Meyer in merito al latte “Mukki bimbo” non ha avuto alcuna caratteristica promozionale:
Secondo Wikipedia, nel marketing la promozione è la “l’incentivo o stimolo che tende a far conoscere e apprezzare un servizio, un prodotto o un’idea”.
Lasciamo parlare le seguenti immagini: se questa non è promozione, allora cos’è?
Sopra: Presentazione
I nostri esperti hanno fornito, su richiesta dell’Azienda Mukki, i consigli ed i suggerimenti tecnici idonei a garantire la predisposizione di un alimento bilanciato secondo le esigenze nutrizionali del bambino da 1 a 3 anni.
Questa frase ad effetto è molto rassicurante per un genitore. Noi la riteniamo tuttavia molto ambigua in quanto non risponde alla critica di fondo da noi mossa, che continua ad esser ignorata: i latti di crescita non sono latti che servono a crescere! Mukki Bimbo e tutti gli altri prodotti simili sono inutili per il bambino (e inutilmente costosi). È difficile pensare che gli esperti nutrizionisti dell’ospedale pediatrico Meyer siano convinti del contrario visto che fino ad oggi non si trovano conferme nella letteratura scientifica o in altre posizione autorevoli. Questi prodotti comportano anche il rischio di condizionare al dolce il gusto del bambino. Se tuttavia gli esperti nutrizionisti ritengono che i latti di crescita siano utili (ma ancora di più in caso contrario), hanno il dovere di esibire quello che la comunità scientifica pensa dei latti di crescita. Poiché gli esperti sono dipendenti del Meyer riteniamo giusto che la direzione del Meyer si senta coinvolta nelle verifiche.
“Mukki Bimbo” non sostituisce in alcun modo l’allattamento al seno, come riportato chiaramente sulla confezione dove si raccomanda l’utilizzo del latte materno durante lo svezzamento e anche dopo l’anno di vita.
Questa frase è obbligatoria per legge sulle etichette di tutti i latti formulati e non cambia il fatto che, nelle definizioni del Codice Internazionale, qualsiasi prodotto destinato a sostituire nella dieta del lattante il latte materno, è automaticamente un suo sostituto e la sua commercializzazione deve sottostare ai principi del Codice.
Si tratta, infatti, di latte vaccino arricchito e modificato, riducendo l’apporto proteico, che si colloca nella fascia dei cosiddetti “latti di crescita” che possono essere assunti dal bambino sopra l’anno di età, in alternativa al latte vaccino intero o parzialmente scremato.
Mukki bimbo è quindi, di fatto, una formula, ovvero latte che ha subito numerose manipolazioni legate all’aggiunta di un mix di ingredienti non presenti naturalmente nel prodotto in quanto tale.
Il contributo che è stato fornito, non ci sembra affatto censurabile poiché non ostacola in alcun modo l’azione costante, convinta e ed efficacie che l’Ospedale Meyer da sempre effettua per favorire l’allattamento materno; basti solo ricordare che è stato il promotore della prima Banca del Latte Umano Donato attivata in Italia, Banca che resta ancora tra quelle a maggior volume annuo di latte trattato e distribuito.
Riconosciamo il ruolo importante del Meyer nella promozione dell’uso di latte donato. Tuttavia riteniamo che in questo caso il contributo sia invece censurabile di per sé perché offre un avallo nutrizionale ad un prodotto nutrizionalmente inutile. E interferisce in ogni caso sulla promozione dell’allattamento visto che questo dovrebbe prolungarsi per due anni ed oltre, proprio l’età target dei latti di crescita.
Il Meyer promuove la cultura dell’allattamento materno anche attraverso la formazione di base dei corsi universitari della specializzazione in pediatria e delle professioni sanitarie e numerose sono le occasioni di aggiornamento che propone su questa tematica, rivolte ai Pediatri di Famiglia, Pediatri ospedalieri e Dietisti.
Ci auguriamo che nella formazione siano compresi argomenti come la Protezione dell’allattamento e il Rispetto del Codice e chiediamo impegni più costanti, visibili, proporzionati alle competenze di un importante ospedale pediatrico ed anche più attenti al rispetto del protocollo di intesa Regione Toscana-UNICEF.
Per finire, vorremmo chiedere al Meyer, che è un’istituzione pubblica con l’obbligo di totale trasparenza nei confronti dei cittadini che ne pagano le attività mediante le imposte, di rendere noto al pubblico tutto il carteggio con Mukki, altra istituzione parzialmente pubblica e con l’obbligo di trasparenza, su questo tema, e in particolare:

  • I documenti che mostrano i contenuti della consulenza tecnica offerta dai nutrizionisti del Meyer.
  • Qualsiasi accordo di tipo finanziario.
  • Qualsiasi accordo di tipo commerciale (uso del logo, contenuti delle etichette e della pubblicità, lancio e presentazione al pubblico, etc).

Concludiamo ricordando che gli interventi di promozione dell’allattamento arrivano ad un numero limitato di persone, mentre quelli di protezione arrivano a tutti i genitori e ai loro figli. Inoltre, senza protezione e rispetto del Codice Internazionale, anche la promozione e il sostegno sono poco efficaci, come dimostrano la letteratura scientifica e la difficoltà di far aumentare prevalenza e durata dell’allattamento.
Crediamo che il Meyer possa e debba investire di più affinché tutto il suo personale si familiarizzi con il Codice Internazionale e lo rispetti, visto anche l’impegno ufficiale della Regione Toscana insieme all’Unicef.
Cordiali saluti.
Firmato:
IBFAN Italia ( www.ibfanitalia.org E-mail: segreteria@ibfanitalia.org )
BabyConsumers (www.babyconsumers.it E-mail: info@babyconsumers.it)
Movimento Difesa del Cittadino ( www.difesadelcittadino.it E-mail: info@mdc.it )
Fonte Ibfan