Secondo Acquirente Unico i clienti che scelgono le tariffe di energia sul libero mercato sono più di 27 milioni: lento il passaggio verso gli operatori privati. Risparmiare sulle tariffe di energia è un’esigenza primaria per tutte le famiglie e le imprese italiane. Il costo di luce e gas nel nostro Paese è infatti molto alto rispetto alla media europea, ma risulta ancora lento lo “switch” (ovvero il passaggio) verso gli operatori del libero mercato.

Nonostante siano molti i consumatori che attivano le offerte di Enel Energia o delle altre compagnie energetiche, infatti, la maggior parte degli utenti preferisce le tariffe del mercato tutelato. Questo è quanto emerso durante il convegno “Mercato elettrico: oltre la maggior tutela?” organizzato da Acquirente Unico, cioè la società pubblica che ha il compito di acquistare energia elettrica per le famiglie e le piccole imprese che hanno scelto il mercato tutelato.

In particolare, sarebbero ben 27,4 milioni gli utenti con tariffe di energia sul mercato tutelato e di questi 22,8 milioni sono gli utenti domestici. Inoltre negli ultimi quattro anni, secondo i dati, il prezzo dell’energia imposto dall’Aeeg sarebbe stato più economico rispetto a quello degli operatori privati.

Una notizia questa che farà sicuramente sorprendere molti clienti del mercato libero che ritengono di aver scelto la tariffa più conveniente di tutte. Sta di fatto che il passaggio verso gli operatori privati è più lento del previsto anche se si contano circa 1 milione e mezzo di utenti che ha effettuato una migrazione verso una compagnia come Enel, Edison o Eni. Il paradosso che in un momento di crisi di domanda energetica in Italia oggi c’è un’offerta di 269 imprese presenti sul libero mercato.

I consumatori oggi, quindi, sono prevalentemente confusi e la scelta finale è quella di rimanere nel mercato tutelato. Nelle scorse settimane si è parlato anche di eliminare il servizio di maggior tutela, ma secondo le associazioni dei consumatori questo non renderebbe più economico e più efficiente il mercato. È necessario, infatti, che ci sia una possibilità di scelta slegata dalle logiche concorrenziali e questo non vuole dire mettere i bastoni fra le ruote del libero mercato.

Il problema in Italia è troppo spesso la mancanza di trasparenza e il peso degli oneri fiscali e parafiscali. Sulle tariffe di energia di famiglie e imprese, infatti, vengono addebitati numerosi costi slegati dai prezzi di mercato come gli incentivi alle rinnovabili oppure i costi di smantellamento delle centrali nucleari. Ha senso che quasi un terzo della bolletta sia dovuta a queste spese? Secondo i fruitori del servizio no e le tariffe devono essere più chiare e soprattutto più basse.

La contrapposizione fra operatori del libero mercato e servizio di maggior tutela, quindi, non ha senso e le due offerte possono convivere come è sempre stato. In Italia, fra l’altro, la parte di prezzo generata direttamente dal mercato senza alcuna intermediazione è tra le più ampie d’Europa ed equivale al 47%. Inoltre in moltissimi Paesi è presente un sistema (virtuoso) simile al nostro: si può citare ad esempio la Gran Bretagna che è considerata da tutti la patria delle liberalizzazioni.

Il mercato tutelato non va eliminato, quindi, ma sono le modalità di composizione delle tariffe di energia che vanno riviste dalle autorità competenti fra cui l’Aeeg. Inoltre, si deve lavorare molto sulla trasparenza dei costi e va al più presto diffusa una nuova bolletta più facile da leggere per i clienti. Di questo si è già parlato, ma serve un dibattito serio che coinvolga il più possibile le parti sociali e le imprese del settore energetico.