Cambiare tre volte la stanza a causa di malfunzionamenti e perdite d’acqua nella struttura alberghiera, pochissimi servizi e asciugamani macchiati. Questa la vacanza rovinata di due sposini che, acquistato un pacchetto “tutto incluso” per un soggiorno alle isole Seychelles, hanno fruito invece di una vacanza a metà. Il danno patrimoniale e non patrimoniale, difeso e rappresentato dall’avvocato Gianni Ricciuti del Movimento Difesa del Cittadino di Ferrara, è stato riconosciuto dal giudice di pace che ha condannato a un risarcimento di 4.155 euro Best Tour s.p.a e Dakota Viaggi di Sava Tour s.r.l.
La tribolata vacanza alle isole Seychelles, costata 9.810,00 euro per il periodo dal 10 agosto 2010 al 25 agosto 2010, prevedeva un pacchetto formato da un pernottamento per 7 notti presso l’isola di Silhouette e per le rimanenti 6 notti nell’isola di Mahè.
È la seconda parte del viaggio a essere sotto accusa, la causa? Una struttura alberghiera a 4 stelle fatiscente, nonostante le rassicurazione dei Tour Operator di una recente ristrutturazione degli ambienti, e i pessimi servizi forniti ai turisti. Dopo una prima stanza in cui il blocco del termostato rende praticamente impossibile la regolazione dell’impianto di climatizzazione, il trasferimento alla seconda stanza trova le sue criticità nelle perdite d’acqua provenienti dal soffitto e nell’assenza di lenzuola sui letti. Da qui il trasferimento alla terza stanza che tuttavia, oltre alle perdite d’acqua dovute al condizionatore guasto, al rientro da un’escursione giornaliera dei turisti, presenta un malfunzionamento nella chiave magnetica che lascia i bagagli al suo interno.
Inutile il tentativo della compagnia di rivendicare la buona riuscita della prima parte del viaggio, in quanto da legge il pacchetto “tutto compreso”, implica l’assunzione da parte dell’organizzatore di obblighi contrattuali soprattutto di tipo qualitativo e presuppone che la finalità turistica, quindi lo “scopo di piacere”, sia l’obiettivo principale per cui esso viene acquistato dal consumatore. Per far sì che questo avvenga è necessario che tutti i servizi convergano a questo scopo e che le offerte prospettate siano corrispondenti alla realtà.
Il pronunciamento finale del giudice pertanto ha riconosciuto ai neo sposi un rimborso del danno patrimoniale di 1.200 euro, pari alla seconda parte del viaggio non goduto appieno a causa della carenza dei servizi, e un danno non patrimoniale, dovuto all’unicità del viaggio e alla non piena realizzazione della vacanza come momento di piacere e riposo, pari a 400 euro. Infine ha condannato Best Tour s.p.a e Dakota Viaggi di Sava Tour s.r.l al pagamento delle spese di lite pari a 2.555 euro.
Leggi il comunicato in pdf
 08.03.2013